di Serena Lovat
Il Parco Rossi rappresenta un luogo di ritrovo accessibile e informale, dove le famiglie possono trascorrere del tempo insieme. Grazie agli spazi verdi, ai giochi per bambini, alla pista per pattini e alla vicinanza con servizi culturali come biblioteca e auditorium, il parco potrebbe fungere da contenitore sociale e culturale, favorendo benessere, inclusione e relazioni intergenerazionali.
Le famiglie usufruiscono spontaneamente del parco per il gioco, il relax e le attività all’aria aperta. Alcune partecipano anche in forma più strutturata, ad esempio tramite eventi organizzati dalla Pro Loco o dalla biblioteca. Nei "Pomeriggi con P.I.P.P.I.", questi spazi offrono occasioni informali di aggancio e coinvolgimento delle famiglie che si trovano in situazione di vulnerabilità e non solo, con l’obiettivo di creare reti di vicinanza, attraverso incontri laboratoriali-tematici creativi. Definirei il loro ruolo "passivo", come fruitori e non protagonisti.
Non in modo strutturato e riconoscibile. Tuttavia, la presenza della Pro Loco e le iniziative locali potrebbero rappresentare una memoria collettiva di chi ha contribuito alla cura e alla valorizzazione del parco. Si potrebbe potenziare questa dimensione rendendo visibili i protagonisti del territorio, ad esempio con pannelli narrativi o segnaletica partecipata.
Sì, il Parco Rossi sostiene la continuità di pratiche comunitarie come la socializzazione tra bambini, la fruizione culturale e il presidio del territorio da parte di famiglie e cittadini. La vicinanza con la biblioteca e l’auditorium potrebbe consentire interconnessioni virtuose tra gioco, cultura e partecipazione.
Assolutamente sì. La natura pubblica, gratuita e accogliente del parco lo rende luogo privilegiato per incontri informali e attività organizzate. Il programma "P.I.P.P.I. Conegliano" cerca di valorizzare questi spazi come luoghi in cui attivare reti di sostegno, eventi partecipativi e momenti di scambio interculturale e intergenerazionale, ma con scarsa e discontinua partecipazione.
Le opportunità non sono attivate formalmente, ma potrebbero essere create con interventi partecipativi: laboratori di co-progettazione, murales collettivi, giardinaggio condiviso, eventi auto-organizzati da ragazzi e ragazze. Queste attività potrebbero stimolare empowerment, agency e appartenenza, in particolare tra i genitori coinvolti nei percorsi personalizzati del programma P.I.P.P.I. e nella comunità cittadina globale coinvolgendo fasce d’età diverse.
Il Parco Rossi ci mostra che la partecipazione nasce da spazi accessibili, vissuti, aperti alla diversità. Ci insegna che un ambiente accogliente può fungere da catalizzatore di relazioni e da ponte tra istituzioni e famiglie, offrendo occasioni per coltivare fiducia, ascolto, corresponsabilità, rete e relazioni.
Potrebbe farlo tramite presidi educativi mobili (es. "Educativa di strada" o "Biblioteca nel parco", "Aule decentrate"), installazioni co-progettate con bambini e genitori (giochi sensoriali, aiuole sociali), eventi inclusivi e multiculturali, spazi informativi visibili sui servizi del territorio. In generale, rafforzare il legame tra lo spazio fisico e le reti relazionali e sociali, permettendo alle persone di sentirsi parte attiva e non solo fruitori passivi di una dimensione esistente, statica e spersonalizzata.