IL NUOVO WILD

VITA NELLE TERRE ABBANDONATE

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"un'esperienza cinematografica stupefacente"Laurence Boyce – Tallinn Black Nights Film Festival
"meraviglioso"George Monbiot – The Guardian
"immagini indimenticabile ... evocativo, informativo, poetico ... molto rilevante"Ambasciatore Markus Reiterer - Convenzione delle Alpi
"traccia dei percorsi di sentire, pensare e praticare la nostra dimora diversamente ... ci invita a viaggiare nel divario tra il mondo che pensiamo rispecchia i nostri linguaggi di appartenenza e pianeta che precede e eccede le nostre pretese"Iain Chambers, Author of Migrancy, culture, identity 
"tranquillo e teso, semplice e fertile, liscio e complesso"Myriam Gast Loup – Direttore, Festival International du Film d’Environnement
"una meditazione ... bella, commovente ... un tono misurato, elegiaco, quasi spettrale"Tom Pow – Autore di In Another World – Among Europe’s Dying Villages
"calmo, simmetrico, elegante, profondo: molto umano”Gianfilippo Pedote – Produttore di Tutto parla di te, Fame Chimica e Anima Mundi
"nella sua profonda poesia, porta considerazioni inedite e intuizioni tanto originali quanto inaspettate"Enos Costantini – Direttore di Tiere Furlane / Terra Friulana
"un sussurro che attrae lo spettatore dentro l’immagine: il paesaggio non è davanti a me, ma intorno"Francesco Migliaccio – Autore di Primavera breve

Nuovi e sorprendenti paesaggi emergono in tutta Europa mentre le popolazioni rurali invecchiano e scivolano a valle. Dove i terreni agricoli rimangono incolti si reinsedia una natura autodeterminata: crescono alberi dove un tempo c’erano campi, e i selvatici vagano liberi tra i ruderi. Distanti dall’attrazione dei nostri centri economici, le regioni marginalizzate stanno assistendo all’inizio di un crollo demografico e culturale. Interi stili di vita diventano storie, le storie diventano Storia e, a mano a mano che la città si espande, i ricordi cominciano a svanire. 

Ma tra le fratture delle rovine crescono cose, e tra le fratture dei grandi cambiamenti ci sono piccole storie. In un'abbandonata valle alpina un paesino ci offre, nel suo precario tentativo di sopravvivere, una serie di riflessioni sul nostro mutevole rapporto con il mondo naturale.

FESTIVAL


TALLINN BLACK NIGHTS FILM FESTIVAL✿  CAMERIMAGE INTERNATIONAL CINEMATOGRAPHY FILM FESTIVAL✿  SOFIA INDEPENDENT FILM FESTIVAL✿  INNSBRUCK NATURE FILM FESTIVAL✿  SALZBURG MOUNTAIN FILM FESTIVAL✿ GALLIO FILM FESTIVAL✿ RIAPERTURE FESTIVAL

CREDITI


Scritto, Diretto e Prodotto da: Opher ThomsonCo-Prodotto da Michael BeismannNarrazione: Sarah WaringSuono in presa diretta, Sound Design e Montaggio: Opher ThomsonMusica Originale: Jez Riley FrenchAltri Suoni: Eva De AdamoMissaggio audio: Stefan Wolf

SPECIFICHE TECNICHE 


Titolo originale: The New Wild: Life in the Abandoned LandsAnteprima Mondiale 2017 / Uscita Cinematografica 2018Austria, Italia, Regno UnitoLingua: IngleseSottotitoli disponibili: Italian, German69 min / HD / ColoreFormato di proiezione: DCP - 1:1.85, Stereo / BluRay / HD File

DISTRIBUZIONE


DISTRIBUZIONE IN ITALIA:
TUCKER FILM e ora OpenDDB
per organizzare una proiezione:mail@christopherthomson.net
per una proiezione in Austria o Germania: Michael Beismannbeismann@regionalsynergie.com

PROIEZIONI


21/06/22 CONEGLIANO Festival MARGINALIA  11/05/21 Ventimiglia Festival SPAESAMENTI28/10/19 PASSAU Università✿ 18/10/19 CHIAVENNA (Sondrio)06/09/19 MALS, Venosta✿ 27/07/19 TRAMONTI DI SOTTO✿ 18/07/19 CACORGNANO (Caorle) Ca'Corniani✿ 17/04/19 VICENZA Cinema Leone XIII✿ 09/04/19 CIVIDALE DEL FRIULI Teatro Ristori✿ 06/04/19 FERRARA Riaperture Festival Sala Boldini✿ 26/02/19 VITTORIO VENETO Cinema Verdi, Cinema Ambiente✿ 18/01/19 Castasegna (Bregaglia, Switzerland)✿ 20/11/18 SALZBURG Mountain Film Festival Das Kino✿ 11/11/18 BERCETO (Parma), Festival di Antropologia✿ 10/11/18 TURIN Museo Nazionale della Montagna✿ 27/10/18 PISTOIA Convegno sull'Abbandono✿ 12/10/18 INNSBRUCK Università✿ 10/10/18 TREVISO Fondazione Benetton ✿ 06/10/18 FRAGHETO (Rimini) ✿ 29/09/18 ARTEGNA Teatro Nuovo✿ 28/09/18 COMEGLIANS (Carnia) Sala Alpina✿ 19/08/18 MOGGIO UDINESE Poli Treu✿ 17/08/18 DORDOLLA Open Air✿ 26/07/18 ASIAGO GALLIO FILM FESTIVAL✿ 23/07/18 MOOSTE (ESTONIA) Moks Metsik✿ 11/07/18 INNSBRUCK Marktplazt Open Air✿ 10/07/18 INNSBRUCK Leokino✿ 08/07/18 KLAGENFURT Volkskino✿ 05/07/18 CAORLE - Cacorgnano✿ 02/07/18 LIENZ Cinex Kino✿ 24/06/18 VILLACH Stadtkino, Rathausplatz, Cinemambulante ✿ 16/06/18 LIGURIA, Millesimo, CINE PER LA TERRA✿ 12/06/18 BAYERN, BERCHTESGADEN H.d.Berge  ✿ 22/05/18 UDINE Visionario BOOK LAUNCH Screening✿ 19/05/18 BIELLA Pettinengo Villa Piazzo ✿ 16/05/18 ZURICH Volkshaus Zürich with debate✿ 02/05/18 BOLZANO Cinema Filmclub + Debate w/EURAC✿ 29/04/18 VALSTAGNA✿ 28/04/18 SAN VITO AL TAGLIAMENTO Zotti✿ 26/04/18 TRIESTE Cinema Ariston✿ 20/04/18 CODROIPO Cinema Lumière✿ 19/04/18 TOLMEZZO Nuovo Cinema David✿ 18/04/18 UDINE Visionario (matinée con 250 studenti)✿ 10/04/18 SAN DANIELE Splendor✿ 10/04/18 GEMONA Cinema Sociale✿ 09/04/18 GEMONA Cinema Sociale✿ 07/03/18 LIGNANO Cinecity✿ 16/02/18 MONFALCONE Cinema Kinemax  ✿ 15/02/18 TOLMEZZO Cinema David✿ 21 - 27/02/18 PORDENONE Cinemazero (ALL WEEK, EVERY NIGHT)✿ 12/02/18 PORDENONE Cinemazero✿ 09/02/18 GORIZIA Cinema Kinemax✿ 08/02/18 TRIESTE Cinema Ariston✿ 06/02/18 GEMONA Cinema Sociale✿ 19/01/18 NAPOLI Rassegna AstraDoc, Acadamy Astra ✿ 11 - 24/01/18 UDINE Cinema Centrale, TWO WEEKS (3 SCR. A NIGHT)✿ 08/01/18 UDINE, IL VISIONARIO, ITALIAN PREMIERE✿ 26 + 28/11/17 + 02/12/17 TALLINN NORDIC PREMIERE✿  16/11/2017 BYDGOSZCZ, POLISH PREMIERE✿  13/11/2017 BERN, ALPINE MUSEUM SWITZERLAND, SWISS PREMIERE ✿  04/11/2017 SOFIA, INTERNATIONAL PREMIERE✿  12/10/17 INNSBRUCK, LEOKINO, WORLD PREMIERE
Photos © Janick Entremont, Paolo Jacob, Paweł Skraba, Bartosz Klimcza.
 realizzato in collaborazione e con il sostegno dell'UNIVERSITÀ DI INNSBRUCK
e con il sostegno di LAND TIROL, ALPENVEREIN ÖSTERREICHEURAC RESEARCH, CAI COMITATO SCIENTIFICO CENTRALE: GRUPPO TERRE ALTE, UNIKUM e MOUNTAIN WILDERNESS SCHWEIZ

coprodotto con MICHAEL BEISMANN e

RECENSIONI
Qualche parola sull'eco-filosifia del film che tracciano dei percorsi di sentire, pensare e praticare la nostra dimora diversamente. Ci troviamo a affrontare il Tempo nella sua moltiplicazione e nel rifiuto di una linearità uniforme e unilaterale, ponendo la domanda in cosa consiste la misura del mondo? Sono domande, prospettive, interrogazioni e interruzioni che smontano la sovranità umano sulle cose. Il film giustamente ci invita a viaggiare nel divario tra il mondo che pensiamo rispecchia i nostri linguaggi di appartenenza e pianeta che precede e eccede le nostre pretese. Queste sono le storie silenziose che parlano un linguaggio che spesso non riusciamo a sentire. L'interruzione disseminati da questo silenzio propone una poetica che eccede la nostra presenza per sovvertire il tempo lineare del nostro presunto ‘progresso'. Quello che non riusciamo ad aggrappare, mappare e definire resta custodito negli altri tempi profondi e siderale del pianeta. Di essere investito e un po' disfatta da questa sfida significa registrare i nostri confini mentre cerchiamo di oltrepassarli. Si tratta di perdersi radicalmente per ritrovarsi altrove; di sradicarsi per viaggiare in mondi che non abbiamo autorizzato ma che esistono, persistono e resistono.Iain Chambers, Autore di Migrancy, culture, identity (Routledge, 2008)

Un sussurro che attrae lo spettatore dentro l’immagine: il paesaggio non è davanti a me, ma intorno. La parola umana, per quanto flebile, riscalda e rassicura l’esploratore che si trova di nuovo smarrito nella solitudine d’un deserto di fronde. «Perché dobbiamo pure confessarlo: il paesaggio ci è estraneo, e terribilmente solo è l’uomo in mezzo agli alberi che fioriscono e ai ruscelli che scorrono; soli con un morto, non si è alla lunga abbandonati come soli con degli alberi. Per quanto grande possa essere il mistero della morte, ancora più grande è il mistero di una vita che non è la nostra vita, che non partecipa alla nostra e che, come ignorandoci, celebra feste alle quali noi guardiamo con un certo imbarazzo, come ospiti sopravvenuti per caso e che si esprimano con una lingua diversa». Sono frasi ritrovate sfogliando un vecchio libro di Rilke.Francesco Migliaccio, Monitor Rivista e Autore di Primavera Breve (Monitor)RECENSIONE INTERA

The New Wild è un film che dedica la sua attenzione alla natura che riconquista terreno in un mondo apparentemente dominato dall’uomo e dai suoi artefatti. Dove l’uomo non vive più restano macerie del tempo accanto alle possenti strutture che servono solo al passaggio veloce delle sue merci e dei suoi affari. Lì la natura riprende controllo e Christopher Thomson la osserva respirare con tutta la sua forza indifferente. Il suo sguardo è calmo, simmetrico, elegante, profondo: molto umano. Tra le rovine di altri tempi ritrova le tracce di un passato in cui uomo e natura coesistevano, uno parte dell’altra. E trova chi ancora vuole vivere avendo la natura come compagna e con tenacia tiene vivi vecchi paesi della montagna.Gianfilippo Pedote, Producer of All about you, Chemical Hunger and Anima Mundi

Il ritmo del film, tempo umano di sosta, sguardo, respiro, di chi ha raccolto per noi le immagini, rigetta la velocità dei montaggi che ci hanno abituato a dis/trarci fuori di noi. Oltre la materia piana dello schermo ci si immerge, confrontandosi con domande ineludibili. Non è possibile fermarsi alla superficie del flusso delle immagini, pervase di meraviglia inquieta. La “ruota del mulino si disintegra” “ogni pietra riscopre il proprio peso”. Questi villaggi, fatti con la materia dei luoghi in cui avevano trovato spazio, ritornano alla natura che li aveva concessi. “Ed io penso a Roma. Questo non è marmo”, rovine del Gran Tour, al cui cospetto poeti, filosofi, artisti, viaggiatori meditavano melanconici su caducità degli imperi e vanità della grandezza umana. Quei marmi, ora recintati, conservati e visitabili a pagamento, fanno cassa e confermano la Storia, che, dalla Grecia Antica attraverso Roma e Carlo Magno, arriva ininterrotta a sostenere il cuore freddo dell’Europa. Le rovine del film invece, tracce calde, minime e povere di un passato fin troppo recente, con le quali manteniamo una relazione ambigua, ci turbano.  Non più abituati a macerie e rovine come è stato per secoli, le abbiamo confinate a orizzonti contemporanei di guerra, troppo lontani ed esotici per inquietarci, oppure ai paesaggi all’eccezione: terremoti, alluvioni e altri disastri, posseduti dalla tensione a riempire, rifare, riedificare, ricostruire, restaurare...Alessandra Cianelli, Quaderni d'altri tempi, Autrice e RicercatriceRECENSIONE INTERA

The New Wild offre l’occasione per una riflessione, lenta e discreta, sincera e profonda, così rara oggi quanto necessaria, per accedere al segreto della nostra terra: il placido e contrastante muoversi della vita, scandito da quel tempo che rappresenta la nostra unica e vera forma di ricchezza.Riccardo Liguori, La chiave di SophiaRECENSIONE INTERA

Immagini indimenticabile ... evocativo, informativo, poetico ... molto rilevante.[Outstanding ... informative and poetic ... highly relevant not just for the Alpine Convention area but for all mountain regions ... Its intense moods, unforgettable images and evocative narration help take us further into these marginalised environments so that we not only understand the challenges they face, but also experience the new wild too.]Ambassador Markus Reiterer, Alpine Convention

Nella sua profonda poesia, porta considerazioni inedite e intuizioni tanto originali quanto inaspettate.Enos Costantini, Author and Editor in Chief of Tiere Furlane

Meraviglioso.George Monbiot, The Guardian, Autore di Feral: Searching for enchantment on the frontiers of rewilding (Allen Lane, Penguin 2013)

Immagini indimenticabile ... evocativo, informativo, poetico ... molto rilevante.[Christopher Thomson’s The New Wild is a meditation in which “absence takes the form of presence”. We are told about the speed of depopulation in these northern Italian villages in a tone that is measured, elegiac, almost ghostly. “The speed of change is a kind of spectacle.” The New Wild frames that spectacle for us in shots that are not rushed: stones, doors, the poetry of house numbers, a collapsed roof. Nature has been quick to seed itself here as it always is. Nor does our absence make these scenes any less beautiful. Human structures and artefacts become part of the natural world: light and shadow pass across them; there is the rattle of dried leaves in the breeze. One of the most moving scenes comes near the end, it is of local people gathering themselves for a group photograph. In this way they too, perhaps unawares, memorialise their passing.]Tom Pow, Author of In Another World – Among Europe’s Dying Villages (Polygon 2012)

Un'esperienza cinematografica stupefacente.[Thomson creates beautiful tableaux of a forgotten world ... with echoes of the likes of Michelangelo Frammartino, The New Wild is a measured and reflective piece of work that is resplendent in displaying a natural world that is both beautiful yet slightly terrifying in its refusal to be tamed by human endeavour. An astonishing cinematic experience, The New Wild unearths and preserves a world that is slowly sliding away whilst making us wonder just how permanent our way of life really is.]Laurence Boyce, Tallinn Black Nights Film FestivalRECENSIONE INTERA

Tranquillo e teso, semplice e fertile, liscio e complesso.Myriam Gast Loup, Head of programming, FIFE The International Environmental Film Festival
ALTRI PROGETTI CORRELATI

IL LUOGO IN MEZZO

Un tortuoso viaggio attraverso il paesaggio della metamorfosi: questo è uno studio fotografico di un luogo marcatamente di mezzo, di un villaggio circondato da irrequieti processi culturali ed ecologici. Queste sono immagini di cambiamento, drammatico e dinamico, ancora più intriganti per la loro intrinseca pace e quiete.


"...gronda amore non solo per quei luoghi ma per la natura e la vita tutta. E ha nel silenzio una straordinaria colonna sonora..."Moreno Miorelli, Curatore di Stazione di Topolò. 
"...Fotografie? Paesaggi? Forse. Stati d'animo sicuramente: Il luogo in mezzo è una terra sempre 'oltre'..." Enos Costantini, Editore di Tiere Furlane.

Inizia la tua passeggiata ora ...

INDEX

Index (Indice) è una mappatura dell'area di Dordolla che intende documentare e preservare i nomi di vecchi luoghi oltre ad incoraggiare l'uso dei sentieri per poterli mantenere aperti. Ogni luogo, fiume o montagna particolareggiato nei disegni è poi illustrato alfabeticamente da una fotografia che, oltre a tentare di documentare il suo principale carattere, prova anche a creare un piccolo senso di grandezza per questi luoghi, indimenticabili, per ciò che erano ma anche per quello che sono. Sono luoghi umani solo perché è stato dato loro un nome:

Palis d'arint, Insomp i plans, Curmiran, Pustot...

EWIGE BAUSTELLE | VEČNO GRADBIŠČE | CANTIERE CONTINUO
01-29 05 2014DORDOLLA | VAL AUPA (IT)
KURATOR | SELEKTOR | A CURA DI: Moreno Miorelli 
Originally exhibited as part of the EWIGE BAUSTELLE project 01.05.14 - 29.05.14

LA METRO DI DORDOLLA

La Metropolitana di Dordolla vuole dare l'illusione di un modo di viaggiare facile e veloce in un territorio che non offre nessuna delle due possibilità. Analogamente ad "Indice", è stata concepita come un ulteriore strumento per documentare vecchi topònimi e creare nuovi rapporti tra noi ed il territorio. Le sue linee rappresentano percorsi i cui incroci sono spesso "destinazioni"dimenticate.

L'ABBANDONO DELLE ZONE RURALI:ULTERIORI RIFLESSIONI E UNA PROPOSTA PROGETTUALE

THE REMOTE POSTMAN

collecting and delivering stories of innovation and resilience in the small places


[per ora solo in inglese]

Away from the pull of our capitalised cities, marginalised regions are witnessing a demographic and cultural collapse. Empty villages, fallen farmhouses and overgrown pathways – a whole landscape in ruin and running wild – these are common scenes that ask complicated questions about our collective cultural heritage and what its loss might signify. Yet as the populations of these small places continue to dwindle their relevance to a centralised economy seems only to diminish further, making a consistent policy response all the more difficult.

For those living in the abandoned lands the challenges are great. Public services are deemed expensive while the private sector sees little incentive to invest: hospitals, schools and shops close, buses and trains are cancelled and basic infrastructure falls into disrepair, all of which increases the sense of distance. This isolation is intensified by the idea of the hyper-connected urban world of the future, adding to the disparity and impression of a world past.

So what can be done? 

From the city the countryside tends to be imagined as a place of stability, as something to therefore conserve, and various attempts to halt or even reverse this demographic change can be understood within this context. The situation demands an urgent reappraisal however, because to judge these spaces on their population sizes alone is to commit rural development projects to failure whilst eroding the political will to assist regions that genuinely need support. All the more we risk missing the inherent value of these places as unique laboratories that help diversify our cultural landscape. For while the bleak statistical picture is discouraging, it doesn't reveal the many idiosyncrasies of a countryside in transformation, nor can it recount the many individual stories of tenacity and initiative that are already taking place all around Europe. Where the state cannot see solutions some people are simply finding ways

To understand the small places we perhaps need small stories. 

Local initiatives might appear token acts against the overall backdrop of abandon, but they hold open the door of imagination for others, and their effect on the local rural structure – the architecture, the landscape, the community – can often be considerable. They can also have a profound effect on the perception of an area by both its own people and outsiders: one proactive spark of human activity can often lead to others. 

As such The Remote Postman proposes to seek out these stories and help circulate them: collecting and delivering; listening and retelling. This act of dissemination would aim to serve both the initiatives themselves but also the institutions that would like to support them. The Remote Postman’s ‘round’ would provide a network of knowledge and experience between different peripheral regions of Europe with the aim of sharing ideas and reducing the sense of isolation, while also directly linking these new inter-remote lines of communication with the political and research institutions involved in the project. The aim is not to build a model but rather an appropriate resource bank of ideas and experience that both existing and new initiatives – as well as institutions – can use to think through their own responses.

What can be done? Perhaps we could start by looking closer at what is being done...


Copyright © Opher Thomson, 2018
There are already institutions interested in launching this project, if you are interested in a consultation please do get in touch.

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