In questo posto chiamato “le cascatelle” di Limena, acqua, umani e non-umani si muovono con lo stesso ritmo: alcuni scorrono lentamente, altri corrono giù per il sentiero o per le chiuse, mentre altri ancora si fermano, restano, creando tutti insieme uno spazio di sospensione.
È uno spazio aperto a cui si può accedere da vari punti e in maniera diversa. Chi lo attraversa infatti crea le proprie traiettorie, nonostante però se ne possano riconoscere due principali: il fiume Brenta e il sentiero.
È uno spazio predisposto dall’essere umano, quindi in vari punti si trovano cartelli e scritte autorevoli. Eppure, ciò che emerge maggiormente sono quelle tracce personali, testimonianze di passaggi passati e quotidiani: incisioni, scritte incomprensibili e murales comunicano con il fiume e lo fanno diventare luogo abitato.
Il contrasto più evidente è il ritmo delle macchine e quello dell’acqua. Un grande ponte in ferro è stato costruito sopra al fiume per unire le due sponde: qui una fila di macchine scorre a fatica, a rallentatore, mentre al di sotto l’acqua scorre veloce e libera.
Camminando lungo il sentiero si può sentire il suono dell’acqua che scorre giù per le “cascatelle”, intervallato dal suono gommoso di una bicicletta. Pochi metri più avanti, scendendo vicino al fiume, si può sentire l’umidità dell’acqua sulla pelle e il profumo dell’erba primaverile.
Sono vari gli elementi che rendono speciale questo luogo: uno su tutti è sicuramente la scaletta che scende verso il fiume. Sembra invitare i passanti a fermarsi a leggere un libro o a guardare l’acqua scorrere.
Passanti, sportivi e cani si alternano nel sentiero facendolo diventare spazio di transito. Ma altre presenze più statiche come pescatori, lettori e gruppi di amici sembrano restituire il senso di questo luogo che diventa punto di incontro, luogo dove “stare” e non solo attraversare.
È uno spazio delicatamente vissuto e intensamente abitato da esseri umani e non-umani. Grovigli di piante, per esempio, incorniciano graffiti lasciati da qualcuno.
L’acqua del fiume Brenta disegna uno spazio aperto. Tra le sue insenature però, al di sotto di una sua sponda o dietro a qualche albero cresciuto lì vicino, si nascondono spazi intimi e discreti.
Un murales con raffigurata la bandiera della Palestina ci porta in un luogo drammaticamente molto diverso e lontano.
Questo spazio è cambiato molto nel corso dei secoli, e la casa abbandonata al lato del sentiero ne è testimonianza e sembra raccontare un passato molto lontano. Qui si arrampica un glicine, traccia di un antico giardino privato. Corre lungo le vecchie pareti della casa lasciando intravedere al di sotto alcuni graffiti, disegnati più recentemente da qualcuno.
Il nome stesso di questo luogo, “le cascatelle”, racconta dello stretto rapporto che intesse con le acque. Il sentiero è identificato con il fiume stesso. Si può dire infatti che senza la presenza dell’acqua non si creerebbe la stessa atmosfera umida e rilassata che invece si può percepire.